Ohmammamia Sanremo 71, per dire

di Tracce


Si argomenta del Festival di Sanremo 2021.
Si argomenta intorno ai ricordi e alla memoria.
Una signora, il cui nome si è scollegato dalla memoria corta per un qualche corto circuito accidentale o procurato, ha detto nel corso di una trasmissione del fine settimana tv, che non ama i ricordi, motivo: la fanno sentire a sua volta scollegata dal presente, dalle nuove generazioni, (che incalzano) e la pongono fuori presente. E, la signora abbastanza famosa per via della sua ”professione” e di un matrimonio, abbastanza matura per via anagrafica, soffre di una patologia diffusa, quella dell’esclusione dal giovin pensare, dal giovin agire, dai giovin usi e consumi. Per dire.
Ne deriva un accodarsi ai su citati.
Il festival di Sanremo è, dalla sua genesi, un serbatoio/patrimonio di sorrisi ai luoghi comuni, agli inchini, alle inclinazioni correnti, alle lusinghe commerciali e al mantenimento di una corrente in uso.
Tuttavia, per questa sua natura, ha subìto dei terremoti, quello provocato da Domenico Modugno, inimitabile.
Inimitabile perché: molti, negli anni a seguire, hanno gridato al miracolo per casucci di entità trascurabile, quasi sempre. I miracoli sono un accadimento raro, rientrano nella sfera dello stupore mistico, dell’estasi, per chi ne è spettatore. Materia di teologia? Se così fosse, meglio, anzi doveroso, lasciarla ai teologi.
Ma la critica d’arte, la storia dell’arte, scomodata per dare credito e ammantare di sostegno sfavillantignorante, per avvalorare l’utilizzo dell’aggettivo o del sostantivo qualificante di opera d’arte, questo non gode di validità alcuna.
Chi lo ha definito innovatore, chi una rivoluzione, e, molti, in corteo al seguito.
E invece, no, invece no, come recitano i versi che si affacciano in memoria, di una canzone, che – mutando alcune parole, potrebbero proseguire ( la vita è quella che…- in) : l’arte, la critica d’arte, la storia dell’arte…. è quella che giustifica la nascita, l’irrompere e il conseguente stravolgimento che ne consegue, di un’epoca.
E a proposito di Domenico Modugno e della canzone che fece il giro dell’universo mondo, vorrei ricordarne un’altra che introduce un argomento legato al mutamento dei costumi e alla memoria. E ai ricordi, che non invecchiano, ma sono utili, indispensabili per un esame critico, per un paragone, altrimenti che studieremmo a fare, che ricorderemmo a fare, gli errori, le tragedie, l’esaltante sensazione di aver contribuito a tentare di migliorare? E, soprattutto le sconfitte?
Vecchio frac, di Domenico Modugno fu censurato, ricordiamolo e teniamolo bene in mente.
Citazioni dalla rete :
“Il modo che aveva Modugno di interpretare questo brano lo ha reso unico e affascinante. Quando venne pubblicata la canzone fu oggetto di censura, sia per il tema del suicidio che per le frasi che alludevano a contatti fisici ritenuti immorali.16 nov 2018”
 
https://youtu.be/AEZZjrPcKL0 versione censurata e originale cantata da Domenico Modugno
 
https://youtu.be/H2L7228FmbE
Giancarlo Giannini nel 2006 si produsse in un omaggio a Domenico Modugno, reso possibile all’interno del festival, condotto alla epoca da Giorgio Panariello. Un raro gioiello.
Collegatevi e ascoltate e guardate.
Oggi, nel corso del Festival 71 dell’anno 2021, mutatis mutandis, (molto divulgato questo motto latino, inutile la traduzione), nel leggere i testi sottotitolati dei brani, ascoltando il suono, spesso il rumore, emesso dai cantanti impegnati, abbiamo letto tanto di quel meraviglioso linguaggio divulgato, anch’esso, che non si riesce nemmeno a fare un paragone. Solo leggere e poco ascoltare perché la dizione e la conseguente comprensione - inferiore solo a quella di talune lingue straniere maltrattate anche in sede istituzionale - meritano la definizione di monstrum. E qui è opportuno attingere a chi fa testo, più di Sanremo, dei suoi organizzatori, dei partecipanti e del pubblico per ogni dove sperso nell’universo mondo. Oltre che, umilmente col capo cosparso di cenere per la non totale attenzione all’epoca prestata, attingendo ai ricordi personali del classico, Villa Paolina di Mallinkrodt, Roma, Liceo Giulio Cesare, Roma).
Un compendio di parole di uso corrente, di un linguaggio fioritissimo e aulente, accoppiando nel rumore merda, sesso, antinfiammatori che non si capisce che cosa c’entrino se non uniti a loro volta ad alcol ed altro, e voli sognanti e !quadri! espressione innovatrice di un performatore che ha fatto la fortuna sua e di altri e ha avuto l’opportunità di profondere una buona, se non cospicua, quantità di denaro in costumi e altri derivati. Ha innovato ? Dove? Quando? Come?
Fu definito un fenomeno innovatore qualche tempo prima di Sanremo 2020. Ma lì fu consacrato. E tutti s’innamorarono. Trasgressore, innovatore. Un grande.
Trasgressore ? A Sanremo? Fra artisti?
Memoria corta, media e lunga, completamemte azzerata.
Esempi : vedi Bibliografia
fra i più recenti, Renato Zero. Per favore, spendete qualche momento, oltre a quelli dedicati al festival di Sanremo, a cercare nelle teche o semplicemente in rete, Le sorelle Bandiera, o le primissime esibizioni, vituperate e censurate, di un giovanissimo e bellissimo Renato Zero, che veramente era un monstrum, lottatore e innovatore.
Fra i cantanti, Jula De palma e la canzone scandalo: Tua.
Sempre ricercando, troverete un mare di storia dell’arte alla quale attingere, body art inclusa.
E, se vogliamo, l’arte degli artisti di strada che personalmente amo, il mondo intero è invaso da statue d’oro o bianche, mute e immobili, che all’improvviso prendono vita, in Roma, piazza del Popolo, nei vicoli e nelle strade, e cito Roma, e piccoli paesi siciliani, all’incrocio di vicoli con il corso principale,  e in più nei festival di ogni regione, nelle feste dell’unità, collezioni di statue di ogni forma e colore, spennellati d’oro i corpi dei performatori. Dal 68 in poi, ma anche prima, sono sfilati e hanno innovato con improvvisazioni teatrali che arrivavano dall’America, dall’ Europa, il Living Theatre che si snodava correndo per le strade adiacenti la Sapienza di Roma coi suoi attori nudi inseguiti dalla polizia, che cantavano e recitavano e esprimevano col corpo un linguaggio estremo. E subito dopo, Grotowski, Kantor, Bausch, tre per tutti e fra gli italiani basta sfogliare il testo di Franco Quadri.


Benissimo, nel suo contesto, Achille Lauro che fa uso di quegli strumenti, ma non innova.
Vorrei citare per ultimo, una miriade di artisti orientali, uomini e donne che hanno fatto ricorso a mezzi e strumenti molto prima di lui, ma che ora fanno cose diverse e sperimentano nuovi linguaggi. Si cita Zhang Huan, quando“cercava di abbattere il museo, uno dei simboli della civiltà moderna, ricevendo in cambio di essere sbattuto indietro verso le mura dello stesso museo, dalla tensione elastica dei tubi. Passando per Window (2004, Shanghai) con l’artista cinese che inscena una relazione, al limite dell’intimità spinta, con un asino, la mostra si chiude idealmente con My Rome, dove il corpo diventa tramite tra la cultura tradizionale cinese e l’occidente, rappresentando il suo incontro con le statue della Roma antica conservate nei Musei Capitolini. In questa performance, Zhang Huan si relaziona con il Marforio, l’enorme scultura marmorea di epoca romana, risalente al I secolo d.C., raffigurante una divinità fluviale, utilizzata come immagine promozionale de La grande bellezza.
 
E la Natura?
Spesso crea quadri e sculture usando tutti i mezzi che ha a disposizione anche quelli che il mare butta sugli scogli : questi esseri viventi, magicamente indotti nel sonno/sogno. Giganteschi magici esseri, i corpi abbandonati sotto coltri di pietra, brandelli di abiti verdi, una fiammante treccia rossa su un velo scintillante di sabbia. Sono stati colti e fermati di scatto, per come il mare, il vento, la sabbia, la pioggia li avevano scartavetrati e levigati e ricoperti di drappi di pietra.

Ecco di seguito :
L'uso del corpo nella performance artistica di Zhang Huan
Mercoledì 30 dicembre 11.19 GMT
Zhang Huan è nato nella città di Anyang, Cina, nel 1965. Ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti di Pechino all'inizio degli anni '90, ma ha abbandonato gli studi per dedicarsi alla performance art e alla fotografia.


Dovette emigrare negli Stati Uniti nel 1998 per aver criticato il governo cinese nelle sue opere.
Ha vissuto e lavorato per otto anni a New York, negli Stati Uniti. Nel 2005 è tornato a Shanghai dove ha ripreso la corrente buddista. ( VEDI BIBLIOGRAFIA)
Spero che Achille Lauro ne tragga insegnamento per il futuro, lo metta a frutto, altrimenti sarà solo un investimento commercialsocial, che non inganna alla lunga, e che si smetta di definire il suo attuale operato una innovazione.
Non la è.
Diamo una spolverata ai testi di critica e storia dell’arte. Gillo Dorfles, per esempio, in un libricino di 126 pagine, tratta e descrive “Le oscillazioni del gusto, L‘arte d’oggi tra tecnocrazie e consumismo”, Piccola Biblioteca Einaudi, 1970 - e,soprattutto, non scomodiamo l’arte e gridiamo al prodigio, nel contesto di Sanremo Festival.

Lasciamo Sanremo per quel che è, un divertissement, uno svago, dove si verifica - una tantum - un’esplosione vulcanica: Domenico Modugno.
I ricordi sono radici.
 
N.B. La leggenda metropolitana vuole che Vecchio frac, nasca dalla visione di un un’opera di Marc Chagall.
 
71 festival Sanremo2021: Max Gazzé Noemi Francesco Renga Annalisa grazie!
 
Bibliografia
 1 - ZHANG HUAN - Tra le sue performance più note la sequenza fotografica "Family Tree" dove l'artista è intervenuto sul proprio volto da specialisti di calligrafia orientale. Sulla loro pelle hanno scritto frasi sulla loro cultura e sulla storia dei loro antenati. Le parole iniziano ad accumularsi fino a saturare il suo viso di nero.   
Un'altra performance è stata "My New York" nel 2002, in cui Huan è apparso vestito con una cornice di carne su tutto il corpo, nel mezzo di una cerimonia solenne. L'artista ha lasciato i locali (un museo) e ha camminato per le strade circostanti davanti allo sguardo sorpreso dei passanti.

L'utilizzo del proprio corpo nelle sue opere è fondamentale per questo autore perché, a suo avviso, il corpo è un ponte diretto di comunicazione tra l'arte e il pubblico spettatore. 
Zhang Huan ha esposto negli Stati Uniti, in Europa e in Asia, è dovuto fuggire dal suo paese e ora vi è rientrato. Ha vinto premi come il Robb Yearly Artist dalla Cina nel 2010 e la Legion d'Onore dalla Francia nel 2014.
Zhang Huan è un artista che si è cimentato in installazioni, scultura, pittura, fotografia e performance. Il suo lavoro è caratterizzato dall'uso del proprio corpo nelle sue opere.

El arte performativa è un'azione eseguita da un artista. L'autore sceglie un tema e lo porta sul palco, che non sarà necessariamente un luogo artistico-culturale perché può apparire in atri, corridoi, parcheggi, parchi o per strada. 
Lo spettacolo ha due elementi essenziali, sorpresa e improvvisazione, che possono essere aiutati dalla musica, dalla danza, dal teatro e dalla parola parlata o scritta. Tra i suoi maggiori rappresentanti abbiamo Marina Abramovic, Monica Mayer, Hannah Wilke, Joan Jonas, Judy Chicago, Chris Burden, Tania bruguera, Ana Mendieta, tra molti altri
2 –  si può essere interessati :  Converti il negativo in forza questa è l’arte performativa di Maria Evelia Marmolejo  
L'utilizzo del proprio corpo nelle sue opere è fondamentale per questo autore perché, a suo avviso, il corpo è un ponte diretto di comunicazione tra l'arte e il pubblico spettatore. 

 
Rock and Labyrinths nella Performance art di Dan Graham

3 - dal dizionario :
monstrum s. neutro, lat. – Termine corrispondente all’ital. mostro, adoperato talvolta anche in contesti ital. con i sign. che erano proprî della lingua lat., di prodigio, fatto o fenomeno portentoso, eccezionale, in senso sia positivo sia negativo, e riferito anche a persona che riveli qualità, buone o cattive, oltrepassanti i limiti della normalità, ma senza le connotazioni deteriori che mostro ha acquisito nell’uso moderno
 
 Sinonimi e contrari : monstrum, s.neutro, lat. (propr.”mostro”, “cosa meravigliosa”), usato inital. Al masch. -  (fatto, eventoo persona portentosi eccezionali, sia in senso positivo sia negativo)
portento, prodigio,  - di persona -  fenomeno,  - di persona – mostro.
 
mó-stro
SIGNIFICATO Creatura leggendaria o soprannaturale; essere malformato; persona di aspetto repellente; persona perversa; persona eccezionale per caratteri o capacità
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino monstrum 'prodigio', derivato di monère 'ammonire'.
Il mostro è roba quotidiana, dalla storia per bambini alla cronaca nera, eppure nasconde un compendio di pensiero impressionante, e uno sviluppo storico complesso.

Partiamo dal dato iniziale, che già suggestiona: il monstrum latino è il prodigio. Non è solo la creatura portentosa, volentieri malevola verso gli uomini, ma in genere la manifestazione soprannaturale: per intenderci, nel III libro dell'Eneide Virgilio ricorre a monstrum sia per descrivere Polifemo, che cieco e triste porta al pascolo il suo gregge, sia per la pianta cresciuta sopra il cadavere insepolto di Polidoro, le cui fronde strappate da un ignaro Enea gocciolano sangue. Monstrum. Un termine che nasce dal tema di monere, un verbo che conosciamo nell'ammonire, nel monito, e questo passaggio è già di un'eloquenza toccante: il prodigio è un messaggio, un avvertimento — e tale è il mostro.

Questo è il mostro che ci viene consegnato dalla latinità, da cui si dipana il resto dal tardo Duecento: il mostro come essere malformato, il mostro come fiera, bestia feroce o esotica o antica; il mostro come persona brutta, repellente fisicamente, o moralmente perversa, ma anche persona eccezionalmente dotata, con caratteri o talenti portentosi. È evidente: c'è stata una precisa selezione dei significati che contemplano il mostro come essere, umano o no (con cento gradazioni nel mezzo), a scapito del mostro quale fenomeno prodigioso. È anche piuttosto evidente che si privilegi un senso negativo del mostro — dato poco stupefacente, l'innaturale si accompagna facilmente all'orrendo — il che permette di usare 'mostro' in senso positivo col compiacimento di una trasgressione etimologicamente corretta.

Ma cerchiamo di spingerci un po' oltre: va notato che 'mostro' è un termine generico e piuttosto indefinito. Implica che non sia ricondotto a una specie precisa, e questo in ogni campo: ci suona strano dire che un drago è un mostro, o che lo è un vampiro, o un lupo mannaro. Invece quello appostato nell'armadio o sotto al letto è a tutti gli effetti un mostro (ce lo possiamo figurare in mille modi — anzi il fatto che non sappiamo com'è lo rende più inquietante). Sul giornale il criminale torbidissimo e crudele è un mostro, basta vedere che cosa ha fatto, ma lo psicologo lo descrive con una geometria di sadismi, ossessioni, parafilie alzando appena il sopracciglio. E anche la bravura del mostro di bravura non viene sondata, solo applaudita.

Insomma, 'mostro' è una parola quotidiana perché è una parola economica, un pensiero comodo fatto in ciabatte. Ma c'entra qualcosa col mostrare? E come no. Se il monstrum nasce come monito divino, il monstrare nasce come un indicare la volontà degli dei, un esporla — e di qui la via per il nostro mostrare. Quindi già, nelle raccolte oracolari dell'antichità le mostre di mostri erano roba presa molto sul serio.

Testo originale pubblicato su: https://unaparolaalgiorno.it/significato/mostro
 
4 -  musica
 
Jula De Palma “Tua” sensuale e perfetta senza nulla concedere al tutto in mostra.
https://youtu.be/vfItGzVVvXo
 
 
 

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